Il pensiero cosmogonico di Tolomeo durò, come abbiamo visto, per diversi secoli, e fu soltanto nel xv secolo d.C., con il fiorire della cuI· tura umanistica, che apparve una nuova astronomia legata all'opera di Copernico, sacerdote, medico, giurista e astronomo. Nato a Torun, una cittadina polacca, nel 1473, egli gettò le basi del nuovo universo utilizzando strumenti alquanto primitivi. Si racconta addirittura che calcolasse lo spostamento della Luna e delle stelle osservando questi astri attraverso un foro praticato in una porta. Le sue idee furono considerate rivoluzionarie ed ebbe per questo molti nemici tra cui lo stesso Lutero; ciò spiega perché dapprima fece circolare il suo modello di universo in forma anonima e perché il suo testo fondamentale fu pubblicato sul finire della sua vita. Si dice che solo sul letto di morte, poche ore prima del decesso, vedesse la prima copia di quel De Revolutionibus orbium coelestium con la cui immagine negli occhi spirò il 24 maggio del 1543. Copernico operò una vera e propria rivoluzione cosmologica, anche se il concetto di una Terra mobile era stato nel Quattrocento ipotizzato da alcuni, come Nicolò da Cusa e Paolo da Pozzo Toscanelli, e in passato da Filolao, Eraclide Pontico, Iceta e Aristarco. Grazie alle sue ricerche è stato possibile compiere grandi passi avanti nel campo dell'astronomia. Egli vede il Sole al centro di un sistema, ma in posizione secondaria o periferica rispetto alla Galassia, e quest'ultima in un punto indifferente nel mondo delle galassie. Con la sua rivoluzione nel campo del pensiero scientifico e fùosofico, l'uomo perde quella posizione centrale nell'universo che si era orgogliosamente dato. Ora alcuni aspetti del pensiero copernicano sono diventati luoghi comuni per l'uomo moderno; bisogna però considerare che per millenni essi furono trascurati e negletti. Scandalizzando tutti, Copernico affermò che la Terra non si trova al centro dell'universo, ma ruota negli spazi attorno al Sole, immobile. Il sistema copernicano è stato elaborato attraverso anni di ricerche e osservazioni e raccolto nel già citato De Revolutionibus orbium coele· stium, a lungo tenuto nel cassetto anche per il timore, come afferma lo stesso autore «della derisione, che dovevo aspettarmi a causa della mia teoria, difficile a comprendersi». Questa teoria trovò diffusione e consenso un secolo dopo con l'aiuto di scienziati e studiosi come Giordano Bruno. Copernico non va però oltre la concezione aristotelico-tolemaica per quanto riguarda il resto dell'universo, che appare ancora contenuto entro la sfera delle stelle fasse. Qualche anno dopo Tycho Brahe (1546-1601) aboU le sfere e affermò che le stelle non si trovano a distanze uguali dalla Terra, e Keplero (1571-1630) considerò il Sole una stella fissa posta al centro del sistema della Via Lattea, da lui concepito come un enorme anello di stelle.
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