venerdì 14 gennaio 2011

Galileo e Newton

Il colpo mortale alla teoria aristotelico-tolemaica venne però da Galileo Galilei nel 1609 quando, scrutando il cielo con il telescopio, un apparecchio di sua invenzione, vide che il pianeta Giove era accompagnato da piccoli satelliti, come la nostra Luna, che vi ruotavano attomo. Egli concluse quindi che non tutti i corpi celesti dovevano orbitare attorno alla Terra. Galileo, nato a Pisa nel 1564, è considerato il primo grande scienziato,
in quanto alla teoria preferiva la sperimentazione. Non bastava più enunciare ipotesi, bisognava dimostrarle con adeguati esperimenti. Grande osservatore, intuì il moto pendolare guardando le oscillazioni della lampada del Duomo di Pisa; ma è al cannocchiale che deve parte della sua gloria. Con esso scoprì i mari e le montagne della Luna, le macchie solari, i satelliti di Giove. Con queste osservazioni sfatò quanto sostenuto da Aristotele, che la Luna e il Sole fossero, cioè, immacolati. Scoprì inoltre la Via Lattea e le fasi di Venere, simili a quelle della nostra Luna. La maggiore opera di Galileo, apparsa nel 1632, è il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, Tolemaicoe copernicano. Il Dialogo si svolge tra Filippo Salviati, un gentiluomo fiorentino, e Francesco Sagredo, veneziano, che rappresenta il «messer buon senso»; il colloquio è completato da Simplicio, un peripatetico aristotelico che rappresenta l'opposizione a Galileo e non il papa, come vollero credere alcuni suoi nemici. E proprio soprattutto in seguito alla pubblicazione di quest'opera che conosciamo tutte le sventure che Galileo ha dovuto subire ad opera del Santo Uffizio. Nel Dialogo egli espone tutte le sue osservazioni e conclusioni. Tratta della teoria del moto degli astri di Aristotele, dei mari e delle montagne della Luna, del moto dei pianeti attorno alla Terra, della dinamica basata sul principio di inerzia, della forza centrifuga, della caduta dei gravi, delle oscillazioni del pendolo, del moto della Terra attorno al Sole, delle fasi di Venere ecc. Per bocca di Salviati afferma: «Sono in Tolo'meo le infermità e nel Copernico i medicamenti». Il Dialogo ottenne il permesso di essere pubblicato, però alcuni padri gesuiti scrissero che «quel libro era più esecrandoe più pernicioso per la Chiesa che le scritture di Lutero e Calvino-. Da Roma venne quindi il divieto di diffondere l'operae a Galileofu intimatodirecarsi al Santo UffIzio dove awenne il famoso processo che. basandosi su un decreto del 1616, imponeva allo scienziato di abbandonare gli insegnamenti di Copernico. Gli storici raccontano che quando abiurò, Galileo continuava a ripetere: «Eppur si muove-e in ciò falsarono la verità. Condannato a morte, fu inseguitograziato macosbettoa vivere segregato. Passò gli ultimi anni ad Arcetri dove. diventato cieco, disse: «Quel cielo, quel mondo e quello universo che i con mie meravigliose osservazioni e chiare dimostrazioni avevo moltiplicato per cento e mille volte più del comunemente veduto da' sapienti di tutti i secoli passati».

Newton seguì di poco Galileo, essendo nato nel 1642. Egli estese i suoi concetti enunciando tre leggi: queUa d'inerzia. quella di aa:derazione (che si esprime con la relazione di forza =massa) e infine quella relativa ad un'azione che determina una reazioneuguale e oontraria. Esse vengono fissate mediante il principio della gravitazione universale. In base a quest'ultima Newton descrive il movimento dei pianeti attorno al Sole e conferma la leggediGalileosullagravitàpresente sulla superficie della Terra. A Newton si deve la scoperta di Nettuno, la aD presenza era stata ipotizzata in base ai calcoli suDa gravitazione universale. La scoperta in effetti è da attribuire all'astronomo Galleche. puntando il telescopio verso il cielo stellato, individuò Nettuno nel settembre 1846 dall'osservatorio astronomico di Berlino. La storia della famosa mela nacque inseguito ad un'epidemia di peste a Londra che costrinse Newton a ritornare al paese natale nella contea di Lincoln. Si racconta che qui. mentre meditava in giardino. vide una mela staccarsi dall'albero e cadere. In quel pia:oIo fatto l'astronomo «vide» la prova che una legge suprema regola l'universo e che una forza attrae tutti i corpi verso il centro della Terra. Newton ritiene che questa stessa forza trattenga la Luna in un'orbita attorno al nostro pianeta e costringa i pianeti a ruotare attorno al Sole. Pertanto concluse che tutti i corpi, dal semplice granello di sabbia alla stella più grande, si attraggono tra loro e nel 1687 diede axpo nei Principia ad una legge importantissima. queUa deUagravitazione universale: si tratta di un passo fondamentale per tutta l'astronomia.. A Newton si devono anche l'invenzione del calcolo differenziale e le leggi che regolano le maree; egli inoltre rompì esperimenti sulla scomposizione della luce e fabbricò il primo telescopio a riflessionee. Insieme con Galileo ed Einstein si può considerare uno dei più grandi esploratori dell'universo Nel secolo XVIII, nacquero importanti astronomi: Wright, Kant e Lambert elaborarono teorie di notevole importanza sulla struttura dell'universo ed Herschel pose per primo le basi sperimentali per il problema delle stelle, dimostrando che la legge di gravitazione universale vale oltre i limiti del sistema solare, e determinò il movimento del Sole verso la costellazione di Ercole.

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