mercoledì 19 gennaio 2011

L'universo e l'origine della vita

Universo e vita sembrerebbero due fenomeni molto lontani fra loro, ma non è così. Vi è una costante evoluzione che parte dagli stessi dementi che si trovano nelle stelle e nel mondo animale e vegetale. Molti passi sono stati fatti da quando dominava la teoria della generazione spontanea e si riteneva che soltanto la Terra possedesse le forme di vita che oggi si conoscono. Molti scienziati pensano che esse non siano nate sulla Terra, ma che tutto abbia tratto origine proprio dall'universo attraverso un cammino molto lungo. Ma che cosa si intende per vita? Una sua caratteristica fondamentale è quella della riproduzione. La cellula base della vita è la molecola e la più importante è quella definita DNA che controlla tutto ciò che awiene nell'organismo. Il DNA agisce insieme con un'altra molecola simile, detta RNA. La struttura del DNA è stata determinata nel 1953; essa è elicoidale e precisamente è formata da due eliche di zucchero e fosfato awolte l'una nell'altra, come una scala a chiocciola. E tenuta insieme da quattro basi: adrenalina (A), tiamina (T), guarina (G) e citosina (C), che in coppia stanno di traverso alle eliche. La molecola può rompere i suoi legami e svolgersi quindi lungo l'asse centrale esponendo una sequenza di basi, come ad esempio ATTGCC, che viene a costituire il codice della vita. Simile al DNA è la molecola definita RNA, la cui unica differe.nza sta nel fatto che la tiamina (T) è sostituita dall'uranile (U), e lo zucchero di tipo diossiribosio è sostituito con il ribosio. L'RNA ha inoltre funzioni diverse, in quanto in genere produce le molecole necessarie a mantenere in funzione le cellule. Un'altra molecola importante è la proteina, che appare come una lunga catena di unità semplici, gli amminoacidi. Le funzioni del DNA e dell'RNA sono assai differenti. Mentre il primo codifica, il secondo trascrive il codice e lo riproduce. Un tempo si parlava molto di generazione spontanea. I primi dubbi su di essa apparvero nella seconda metà dell'Ottocento, in quanto la vita non poteva avere origine dalla non vita. Nel 1860 l'Accademia di Francia offrì addirittura un premio a chi l'avesse provato. Vennero poi Pasteur e altri ricercatori che eliminarono completamente la teoria della generazione spontanea. Nacque allora quella del «brodo primordiale» e la Terra all'origine poteva fornire tutti gli elementi del caso: fulmini, eruzioni vulcaniche, atmosfera pesante, ecc. Il fatto venne confermato in un famoso esperimento condotto da Miller, uno studente di Chicago. Egli ricostruì in un recipiente di vetro l'atmosfera primitiva riducente della Terra, ricca di metano, ammoniaca e idrogeno e come fonte energetica usò le scariche elettriche di un apposito arco. Come risultato trovò la formazione di alcune molecole organiche, tra cui molti tipi di amminoacidi. L'esperimento, in sostanza, dimostrò che i principali costituenti delle proteine potevano essersi formati naturalmente sulla superficie della Terra primitiva. Cosa avvenne esattamente sulla Terra? Circa 4 miliardi di anni fa si verificarono le condizioni ideali: l'atmosfera era riducente ed erano disponibili numerose fonti di energia, tra cui quella forse più importante che trae origine dal Sole come luce ultravioletta. Quest'ultima, agendo sull'atmosfera riducente, diede le molecole organiche, alcune delle quali compongono sia il DNA sia le proteine. Queste molecole vennero rapidamente trascinate negli oceani, sfuggendo alle radiazioni ultraviolette del Sole che le avrebbe decomposte, e andarono sul fondo dei mari dove avrebbero dato, protette, ulteriori molecole organiche. Questo panorama attendibile trovò tuttavia presto alcune difficoltà. L'acqua, per esempio, impedisce il formarsi di legami come il DNA e le proteine dagli amminoacidi. Questa obiezione venne superata mediante l'intervento del processo fotosintetico col quale si produsse ossigeno che andò a formare nell'atmosfera lo strato protettivo di ozono. Forse al fenomeno concorse anche il congelamento delle acque: il «brodo primordiale» venne a concentrarsi dando luogo alle lunghe catene organiche, mentre sulla superficie delle acque, protette dai raggi ultravioletti del Sole dallo schermo di ozono, apparvero le prime molecole di DNA e di RNA. Dalle prime molecole nacquero le prime cellule e poi, via via, i primi organismi, dapprima uniceUulari, poi dopo milioni di anni pluricellulari. I vertebrati apparvero oltre 3 miliardi di anni più tardi. La vita così concepita si è sviluppatà soltanto sulla Terra? Le possibilità sugli altri pianeti del Sistema Solare sono molto basse; sullo stesso Marte, che pure presentava condizioni più favorevoli alla vita, i satelliti Viking non trovarono nulla. Oltre il Sistema Solare le possibilità sono maggiori, poiché si pensa che altre stelle abbiano pianeti e le stelle sono milioni soltanto nella galassia. È logico pertanto pensare che il processo che ha portato alla vita sulla Terra si sia sviluppato anche altrove e che noi, come pensano alcuni, non rappresentiamo la sola vita e per di più la sola vita intelligente. A quest'ultimo proposito nasce un dubbio. Poiché l'uomo è intelligente e ha saputo inviare nello spazio sondc, come il Pioneer o il Voyager, che magari dopo un lungo periodo di tempo incontreranno una stella, è poco probabile che altre intelligenze non abbiano mandato sulla Terra almeno un'onda, Vi sono milioni di stelle nello spazio, e lascia perplessi pensare che l'uomo abbia dato la sola civiltà dell'universo e quindi sia il solo in un regno così grande. Un contributo notevole nell'ipotizzare l'origine della vita lo hanno dato i meteoriti che nella prima fase di esistenza del Sistema Solare potrebbero essere stati associati a comete, Nei meteoriti è stato trovato, tra l'altro, carbonio contenuto in molecole organiche. Si hanno al riguardo tre tipi di carbonio. Il primo riguarda i meteoriti provvisti di zolfo sotto forma di solfati e di ferro, come magnetite, cui si associano silicati in forma idrata e amorfa. Sono meteoriti a grana minuta, formatisi per aggregazione di piccole particelle a bassa temperatura e contengono il 3,5% di carbonio. Nel secondo tipo le tracce di carbonio sono del 2,5%. Contengono zolfo elementare insieme con ferro in forma di silicato idrato. Sono caratterizzati dalla presenza di granelli concrezionali più o meno sferoidali di materiali diversi, con un diametro che talora arriva al centimetro. Il terzo tipo è simile al precedente, ma contiene molto meno carbonio: circa lo 0,5%, E caratterizzato dalla presenza di una struttura a granelli meno vistosa. Questi granelli prendono il nome di condru/i, da cui il termine condrite. La presenza del carbonio è interpretata soprattutto da Hoyle come una componente della materia intcrstcllare. Molto del carbonio presente nelle condriti può essere distinguibile in base alla sua solubilità in solventi sia organjci, sia inorganici; alcune strutture delle condriti sono organizzate come fossero dei fossili e talora assomigliano addirittura a certi tipi di organismi unicellulari terrestri che vivono in acqua, come alcune alghe, ad esempio. Se queste condriti carboniose fossero veramente dei fossili, si avrebbe la prova che esistono alcuni organismi che vivono al di fuori del pianeta. Questi «fossili» potrebbero essere granuli minerali aventi un rivestimento organico frutto di qualche processo sconosciuto. Secondo il già citato Hoyle la testa delle comete sarebbe costituita da un miscuglio di molecole organiche, ghiaccio e altre sostanze, forse silicati. Il ghiaccio, evaporando lentamente per ebollizione, in quanto la cometa passa vicino al Sole, lascia un «brodo» cementato di molecole prebiotiche e polvere di silicati. Dalle prime si svilupperebbe la vita. A parte le condriti, i meteoriti contengono sostanze simili alla cellulosa, acidi grassi, basi azotate e pigmenti che ricordano le porfirine. Si avrebbero, in sostanza, quasi tutte le strutture chimiche cicliche contenenti azoto che appaiono in biologia. Hoyle pertanto ritiene che le molecole della vita siano arrivate sul pianeta Terra attraverso materiali cometari e meteoritici.

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