martedì 18 gennaio 2011

Le galassie

Un accumulo di stelle dà luogo alle galassie, di cui la più vicina è quella di Andromeda, visibile anche ad occhio nudo, che dista dalla Terra due milioni di anni luce. Si calcola che nell'intero universo vi siano 100 miliardi di galassie. Nel XVIII secolo Herschel avanzò l'idea che questi raggruppamenti di stelle, essendo molto lontani, appartenessero a «universi isolati», ma è solo nel 1923 che Hubble, un astronomo americano, cui ora è dedicato il telescopio spaziale, scoprì che le galassie sono molteplici e che ognuna contiene qualche centinaio di milioni di stelle. Hubble nel 1925 fece anche una classificazione delle galassie, che è tuttora valida. L'autore americano le divideva in tre principali gruppi: ellittiche, spirali e spirali-ba"ate. In seguito furono aggiunte le irregolari, che tuttavia appaiono poco frequenti. Dai tipi si passa alle sottoclassi basandosi sulla forma delle galassie. Quelle a spirale si suddividono, ad esempio, in tre sottogruppi, detti Sa, Sb, e Ac. Nel primo caso il nucleo domina sul resto della galassia, nel secondo i bracci hanno lo stesso sviluppo del nucleo, nel terzo i bracci sono molto estesi e aperti. Le spirali barrate, chiamate anche Sb, sono provviste di una netta barra centrale dai cui estremi si dipartono i due bracci. Le galassie irregolari, infine, vengono in genere suddivise in base alla presenza dominante di stelle più vecchie, rossastre, oppure di stelle più giovani di colore azzurro. La galassia più vicina alla Terra è, come abbiamo già detto, Andromeda, una delle più grandi e di maggiore luminosità. Ha alcune caratteristiche simili a quelle della Terra; potrebbe avere un diametro di 180.000 anni luce e una massa pari a circa 300 miliardi di soli. Questa galassia presenta molto gas costituito soprattutto da idrogeno. Pur comprendendo molte stelle ed essendo numerose, le galassie riempiono soltanto un centomilionesimo dello spazio dell'universo. La galassia più lontana e quindi la più antica fu individuata nel 1985; la sua età è stimata in 14,5 miliardi di anni. Il Sistema Solare e quindi la Terra fanno parte di una galassia, detta Ga!assia per eccellenza. Essa ha un diametro di circa 100.000 annilluce. E una galassia a spirale, a forma di grossa lente, ruota alla velocità media di 300 km/sec e fa il giro completo in circa 200 milioni di anni. La sua lunghezza è di 100.000 annilluce, la larghezza di 30.000 e contiene 200 miliardi di astri. Il Sole si trova spostato rispetto al centro della Galassia di circa 30.000 annilluce, a metà strada dal bordo. La Galassia gira come una grande ruota e tutte le sue stelle le girano intorno, più o meno come i pianeti fanno con il Sole.

Quella terrestre appartiene ad un piccolo gruppo di galassie, forse 30, che formano il Gruppo Locale, la cui forma non è sferica ma irregolare; le maggiori sono la Via Lattea e la Galassia di Andromeda di cui si è parlato. La Via Lattea, che si vede molto bene nel cielo, è stata osservata fin dai tempi antichi. Già Anassagora e Democrito, ad esempio, avevano capito che essa era costituita da un grandissimo numero di stelle. Gli arabi la chiamavano al·Nahr, cioè il fiume, mentre gli ebrei Nahar di Nur, che vuoi dire il fiume della luce. Gli indiani la riportarono in sanscrito come il Letto del Gange, i cinesi e i giapponesi la chiamavano Tien Ho, il fiume celeste. Gli abitanti della Polinesia vedevano nella Via Lattea un grande squalo azzurro che divorava le nubi, e gli india· ni Ottawa del Nord America la identificavano con un fiume fangoso, agitato dal passaggio di una tartaruga celeste. Ma non finiscono qui le definizioni della Via Lattea. I romani la denominarono Vza Lactis o Vza Lactea, mentre nel Medioevo gli olandesi si riferivano a lei come Vronelden Straet, cioè la via delle donne, e altrove, sempre nel Nord Europa, era nota come Nelkpath, il sentiero del latte. Altri nomi della Via Lattea si ritrovano presso gli svedesi, dove è detta Linnunrata, cioè la via degli uccelli, e presso i vikinghi come Wuotanes Weh, la via di Wotan che è il loro dio (Odino). Gli anglosassoni la chiamarono Waetlinga Strat, la strada di Waeding, i figli giganti del re Watla. Osservando la Via Lattea ci si chiede perché vi sia una concentrazione orientata di stelle. L'astronomo Herschel ipotizzò che tale concentrazione fosse dovuta al fatto che l'intero universo si estendeva nello spazio secondo una certa direzione preferenziale. Attualmente però si sa che dalla Terra si vede la Via Lattea nella direzione più sviluppatadella galassia, dove lo strato di stelle appare maggiore essendo più profondo.
Per vedere i caratteri essenziali della Via Lattea non sono necessari telescopi; se il cielo è buio appare come una striscia brillante, legata al numero stragrande di stelle che la compongono. La Via Lattea si divide in due bande di cui una contiene stelle molto brillanti durante l'estate, come Deneb nella costellazione del Cigno, Vega nella Lira e Altair nell'Aquila. La nostra galassia ha altri due satelliti: la Grande Nube di Magellano e la Piccola Nube di Magellano, facilmente visibili nell'emisfero sud. Esistono anche le supergalassie, la cui massa si ritiene sia pari a tre bilioni di soli. Le strutture più grandi viste oggi nell'universo sono superammassi di galassie che possono estendersi per miliardi di anni/luce. Sono state osservate galassie distanti fino a 5000 milioni di annilluce, il che vuoi dire che un raggio di questa luce è partito quando ancora la Terra non si era formata.


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