Le comete rappresentano lo spettacolo più maestoso del cielo, tanto che si hanno relazioni fin dall'antichità sulla loro comparsa, e le primeosservazioni scritte da astronomi cinesi e babilonesi risalgono addirittura a 4000 anni fa. In seguito troviamo numerosi riferimenti nella letteratura greca e romana. L'apparizione di una cometa era vista, in genere, come apportatrice di sventura. Il pensiero che le comete appartenessero al Sistema Solare o che addirittura provenissero dall'atmosfera terrestre venne lentamente sostituito da quello secondo cui il fenomeno aveva origine fuori del sistema. Esse non sono eccezionali per l'astronomo, in quanto ne appaiono 5-10 ogni anno. Sono astri, in questi ultimi casi, di scarsa luminosità e visibili soltanto al telescopio. Solo le più grandi hanno luminosità eccezionale. Le comete fanno parte del Sistema Solare e si spostano attorno al Sole descrivendo orbite ben precise che sono eccentriche rispetto a quelle dei pianeti. La loro orbita ha un periodo molto lungo, di migliaia di anni o forse più. La luce dipende in genere dalla luminosità dei gas, i quali brillano a causa delle radiazioni solari. Una cometa pertanto diventa visibile quando è abbastanza vicina al Sole. In una cometa si riconoscono la testa e la coda. La prima costituisce il nucleo vero e proprio dato da materia piuttosto volatile con un diametro non più elevato di l0 km. La coda invece è costituita da materiale che evapora dal nucleo e la sua lunghezza può superare il milione di km, come nel caso della Cometa di Halley che apparve nel 1910. Le code presentano le stesse caratteristiche della luce solare
che viene diffusa da particelle solide delle dimensioni dell'ordine di un micrometro. Si ritiene che queste particelle solide, probabilmente metalliche, siano mescolate a materiale volatile simile a quello che costituisce la parte dominante del nucleo. Le comete sono state oggetto di particolari ricerche in questi ultimi anni e sembrano costituite da diverse specie di atomi e da molecole molto semplici che vanno dal carbonio ad un gruppo amminico. Osservazioni particolari sono state fatte dall'astronomo Hoyle, il quale ritiene che il nucleo delle comete sia formato da un miscuglio di sostanze ghiacciate, polimeri organici, silicati e granelli di grafite, il tutto cementato insieme. Quando la cometa si avvicina al Sole, il suo nucleo viene eroso a seguito delle radiazioni solari, per cui l'astro perde materiale, cioè gas e polveri, che evaporano. Questo fenomeno subirebbe un'accelerazione in quanto i pianeti per la loro azione fanno sì che le comete accorcino la durata del loro periodo, determinando quindi passaggi sempre più frequenti e, accostandosi al Sole, maggiore evaporazione della materia. Pertanto col tempo la cometa cessa di esistere, ma si ritiene che le vecchie vengano sostituite da nuove. L'origine delle comete non è chiara.
Secondo Oort attorno al Sole vi sarebbe una specie di «nube cometaria» che conterrebbe più di cento miliardi di comete. Da questo anello si sarebbero staccate alcune parti a causa di un perturbamento causato dalle stelle. Per Hoyle, invece le comete sarebbero degli autentici viaggiatori dello spazio, che trasporterebbero materiale da regioni molto lontane. A proposito dell'argomento Hoyle fa un paragone molto interessante. Poiché le comete non sono un evento eccezionale, la probabilità che una di esse cada sulla Terra è pari alla possibilità di fuga di materiale radioattivo da una centrale nucleare con reattori autofertilizzanti. La cometa più famosa è quella di Halley, che ha un periodo orbitale di circa 77 anni e della quale sono state ricostruite le apparizioni fino al I secolo a.c. La più recente è avvenuta nel 1986. È questa la cometa che si pensa sia apparsa a Bethlemme, in quanto è l'unica visibile entro un tempo inferiore a cento anni. Altre comete famose sono la Cometa di Biela, che si divise in due nel 1846, e la Cometa Encke, visibile soltanto con il telescopio, che dal 1815 ritorna regolarmente ogni tre anni e quattro mesi.
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