venerdì 14 gennaio 2011

I miti della cosmologia

La creazione e quindi l'origine dell'universo ha sempre attratto gli uomini. Tutti i popoli, indipendentemente dal loro sviluppo culturale, si sono interrogati sull'argomento, dando origine a diversi miti, spesso fantasiosi ma sempre carichi di simbolismo. La reazione di tipo illuministico ha in genere relegato il mito nel mondo delle società illetterate, e la scienza dominante lo ha spesso soppresso, ritenendolo qualcosa di primitivo. Oggi assistiamo ad una rivalutazione del mito, insieme con il ritorno di tutto il fantastico e della tradizione in generale. Ogni popolo ha il proprio mito sull'origine dell'universo inserito nel contesto socio-culturale di appartenenza, anche se talora ilsuo contenuto può sembrare assurdo, Tuttavia esso ha valore universale, tanto che Eliade sostiene che i miti sono racconti veri, perché caratterizzati dalla presenza del sacro.
Una categoria particolare di miti sono quelli cosmogonici, che si riferiscono appunto all'origine dell'universo e dell'uomo, da cui poi partono tutti gli altri trattati da culture differenti in modo diverso. La ricchezza dei miti cosmogonici varia a seconda dei popoli. Quelli poIinesiani, ad esempio, molto numerosi, ci sono giunti soprattutto in quanto rappresentano un patrimonio di caste sacerdotali, quindi di caste elitarie. Ve ne sono molti anche presso gli indiani dell'America del Nord, mentre sono scarsi o mancano addirittura in alcuni popoli africani; spesso la loro assenza si spiega con ilfenomeno della colonizzazione, che ha disperso il patrimonio folcloristico di questi popoli.
Generalmente, alla base dei miti delle origini, troviamo quattro aspetti distinti:
1. La divinità creatrice è onnipotente.
2. Si trova sola in un vuoto che la circonda prima che si formino spazio e tempo.
3. La creazione avviene in modo consapevole, deliberato e volontario e si riferisce ad un piano prestabilito.
4. Il creatore è libero, non è legato in alcun modo a qualcosa di preesistente.
A parte questa suddivisione, il cosmo appare spesso come l'espressione di una divinità primordiale, che in genere viene identificata con la Terra madre. Tipici in tal senso sono alcuni miti africani: la Terra, che all'inizio è una massa confusa e caotica, è la materia prima che si offre all'intervento del creatore. Tuttavia, in alcune cosmogonie primitive del Nord America, come del resto in altre, la materia prima non è la terra, ma l'acqua. Interviene allora il tema del «pescaggio»: il cosmo è sommerso e il demiurgo, non essendo un creatore onnipotente, recupera dalle acque una particella di terra sulla quale poi opera. La particella viene presa sul fondo dell'oceano da un animale (molto spesso una tartaruga) che in genere, nel risalire, perde tutta la terra raccolta, portata via dalla stessa acqua. Presso gli algonkini americani si dice che l'Iniziatore Supremo prendesse un coltello di pietra e con cura raschiasse via la terra da sotto le unghie della tartaruga. Quindi si versò quel po' di tetta sulla palma della mano e lo lavorò finché non divenne tondo, delle dimensioni di un sassolino. In seguito da quel «sassolino» creò la Terra. Gli animali appaiono spesso nei miti cosmogonici. In alcuni miti delle tribù indiane canadesi, il corvo, per esempio, fa nascere le costellazioni, utilizzando anche altri animali, come la scarpena, che dà luogo alle Pleiadi, oppure gli ipoglossi. In alcuni miti dell'Oceania il mondo nasce da una conchiglia e le due valve danno origine al Cielo e alla Terra; lo stesso, del resto, vale per la noce dicocco con le sue due metà o per il guscio dell'uovo cosmico.

 A quest'ultimo si rifanno le mitologie indiane che vedono appunto nell'uovo il germe primitivo della vita. In un altro tipo di miti, per spiegare l'origine dell'universo, si ricorre al modello della coppia primordiale: un dio superiore accanto ad una divinità inferiore. Sono il Cielo e la Terra dalla cui unione nasce il cosmo. Il caos preesistente assume simbologie differenti a seconda delle diverse culture: acque primordiali immerse nelle tenebre, uovo cosmogonico, mostro marino ecc. Una variante di questi miti, la cui importanza storico-religiosa diventa notevole, è quella dualistica che genera il concetto del bene e del male. Presso gli indiani Ute, per esempio, Sunawardi, il creatore, ha come fratello Coyote, il Lupo delle praterie. Quest'ultimo rappresenta il male; è un briccone, un tricher, ed è la causa di tutte le imperfezioni che macchiano l'azione della divinità creatrice. Viene così affrontato, utilizzando questo concetto dualistico, il problema del male nel mondo. Il dualismo ebbe grande fortuna in tutte / le religioni, da quelle dell'Iran a quelle più recenti degli gnostici e dei catari. È significativo a questo riguardo un mito delle isole Gilbert che parla di Areop-enap, l'unico essere di questo mondo costituito soltanto da aria e mare. Egli fabbricò due panieri, uno piccolo e uno grande, che legò insieme. Nel primo erano custoditi la bellezza e il bene, nel secondo il male, associato a cattiveria, miseria, affanni, fame e malattie. Quando i due panieri vennero dati ai primi uomini, questi aprirono subito il più grande e così il bene andò perduto per sempre e verrà ritrovato soltanto, secondo il mito, quando gli uomini entreranno nel regno delle anime. In molti miti si trova che la luce è indipendente dal Sole, e perfino nella Genesi si dice che Dio creò prima la luce e poi il Sole. Ciò deriva forse dalla constatazione che la luce compare ancor prima del levarsi del Sole; ritroviamo questa credenza presso gli antichi messicani e anche in alcuni popoli contemporanei, come i Cora, gli Huicol ecc. Per i polinesiani dapprima sorsero l'alba e la luce, poi il calore e l'umidità che diedero vita in seguito a forme sempre più distinte finché nacquero la Terra e la volta celeste. La madre Terra e il padre Cielo crearono poi tutte le altre creature, compresi gli dèi. Alcune tribù del Nord America hanno elaborato una cosmogonia più epica dove non si crea il mondo ma lo si costruisce attraverso eroi o dèi che vengono dal cielo. Scendendo, essi trovano la Terra inabitabile e ostile. Con l'aiuto di animali totemici, come Biscia, Castoro, Topo muschiato, l'eroe o l'eroina prepara un suole idoneo ad ospitare gli uomini, creati in genere da un impasto di argilla. Molti miti ricordano la Genesi, e ovunque c'è l'influsso del Diluvio universale. In sostanza, i miti cosmogonici si possono dividere in tre gruppi che vedono rispettivamente l'universo come il frutto di una creazione, di un'emanazione, oppure di un'evoluzione. TI primo e il terzo tipo sono comuni soprattutto presso i popoli primitivi. Frequente è l'idea che all'origine di tutto ci sia un creatore, ilcui atto però ha più che altro lo sviluppo di un processo naturale.L'astronomia, come si è visto, era di grande interesse per gli antichi. Sull'origine del cosmo, tuttavia, si mescolano in genere spiegazioni basate su azioni fantastiche e su atti di divinità. Si ha in sostanza una cosmologia ricca di eventi senza, però, alcuna base razionale.

Nessun commento:

Posta un commento

Visualizzazioni totali