L'inferno di ghiaccio distante 25 anni luce dalla Terra fotografato dal satellite Herschel. La temperatura arriva a 200 gradi sotto zero.
Duemila comete al giorno si scontrano nel cielo della stella Fomalhaut: un vero inferno di ghiaccio. Lo ha scoperto il satellite Herschel dell’ESA europea combinando le immagini raccolte dal telescopio Hubble della NASA. Fomalhaut è una giovane stella di appena qualche centinaio di milione di anni (il nostro Sole ha sette miliardi di anni) distante 25 anni luce dalla Terra. Ma è molto più massiccia, circa il doppio del Sole. E’ un mondo, dunque, in formazione che mostra le sue caratteristiche soprattutto se indagato raccogliendo le radiazioni infrarosse che emette.
- 200 GRADI - Già nel 1980 aveva attirato l’attenzione del satellite Iras della Nasa che aveva colto aloni di gas e polveri intorno all’astro. Ma ora Herschel che ha “occhi” più penetranti capaci di vedere in dettaglio ciò che esiste lassù ha fotografato una realtà molto più variegata e turbolenta. Attorno alla stessa che sta evolvendo c’è in effetti un disco gassoso e polveroso molto caldo ma di seguito ne esiste un altro di materiali freddi con una temperatura di duecento gradi sotto lo zero. Questo dista dalla stella-madre circa cento volte la Terra dal Sole (che è di 150 milioni di chilometri) ed è popolato per circa la metà da forme di ghiaccio d’acqua. Il gelido anello assomiglia molto alla fascia di Kuiper che circonda la Terra e nella quale sono presenti milioni di corpi celesti di varie dimensioni: l’ex-pianeta Plutone è uno di questi, ma ce ne sono altri molto più piccoli.
IL FENOMENO - Abbinando le ultime osservazioni con altre effettuate da Hubble, (il quale aveva tra l’altro individuato un pianeta intorno alla stessa stella ma finora non è stato confermato) è stata rilevata la riflessione luminosa di una miriade di particelle piccole anche una frazione di millimetro. Il fenomeno è continuamente alimentato e la conclusione a cui sono giunti gli astronomi, sostenuta in particolare da altre indagini di Hubble, è che sia in atto uno scontro quotidiano di migliaia di comete ghiacciate, circa duemila si è calcolato, dalla cui distruzione derivano i frammenti all’origine della luminosità. «Sono stato realmente sorpreso – ha commentato Bram Acke dell’Università di Leuven in Belgio alla guida della ricerca –. Il ritmo di collisioni è talmente elevato che nella fascia considerata ci deve essere un elevatissimo numero di comete, trillioni di comete, con una massa complessiva corrispondente a quella di oltre un centinaio di Terre». Lo studio, oltre ad essere vasto nei suoi elementi, è estremamente importante perché aiuta a decifrare le prime fasi di formazione di un sistema solare. Questo, infatti, dovrebbe essere l’esito finale di quell’inferno di ghiaccio dal quale potrebbe pure scaturire qualche pianeta ad immagine e somiglianza del nostro globo azzurro.
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