Un pianeta è un corpo celeste che orbita attorno ad una stella, ma che, a differenza di questa, non produce energia tramite fusione nucleare, e la cui massa è sufficiente a conferirgli una forma sferoidale, laddove la propria dominanza gravitazionale gli permette di mantenere libera la sua fascia orbitale da altri corpi di dimensioni comparabili o superiori.
Tale definizione è entrata ufficialmente nella nomenclatura astronomica il 24 agosto 2006, con la sua promulgazione ufficiale da parte dell'Unione Astronomica Internazionale. In precedenza non esisteva una definizione precisa, ma un'atavica indicazione (derivante dall'antica astronomia greca) per cui si considerava pianeta qualunque corpo celeste, dotato di massa significativa, che si muovesse su orbite fisse.
Le teorie più accreditate ritengono che i pianeti del Sistema solare si siano formati nel collasso dello stesso disco protoplanetario che ha dato origine al Sole. I modelli di formazione planetaria prevedono che all'inizio del processo la polvere presente nel disco si sia accumulata localmente per accrezione in numerosi nuclei di dimensioni ridotte chiamati planetesimi. All'aumento nelle dimensioni è corrisposto quello nell'attrazione gravitazionale esercitata, determinando un'accelerazione del processo e il compattamento della massa accumulata, che è diventata sempre più densa. Si è giunti dunque alla formazione di alcuni protopianeti. Quando alcuni protopianeti hanno raggiunto un diametro maggiore di quello della Luna, hanno inizato ad accumulare un'atmosfera, che ha aumentato grandemente il tasso di cattura dei planetesimi, per effetto della resistenza atmosferica.
Quando la protostella ha raggiunto una massa sufficiente ad accendersi, diventando una stella, la rimanente polvere del disco è stata espulsa dal Sistema attraverso una molteplicità di processi, tra cui la fotoevaporazione, la resistenza di Poynting-Robertson o soffiata via dal vento solare. Ciononostante, numerosi protopianeti hanno continuato ad orbitare attorno al Sole o l'un attorno all'altro. Col tempo, tuttavia, molti di loro sono entrati in collisione, andando a formare dei pianeti oppure rilasciando materiale che è stato assorbito da altri protopianeti o dai pianeti. Gli oggetti che sono diventati sufficientemete massicci, hanno catturato la maggior parte della massa presente nella loro zona orbitale e sono diventati dei pianeti. Mentre, i protoplaneti che non sono stati inglobati nei pianeti son potuti diventare loro satelliti, in seguito ad un processo di cattura gravitazionale, o hanno mantenuto un'orbita eliosincrona raggruppati in fasce con altri oggetti simili, diventando pianeti nani o altri corpi minori.
Gli impatti con i planetesimi, così come il decadimento radioattivo dei loro costituenti, hanno riscaldato i pianeti in formazione, causandone una parziale fusione. Ciò ha permesso che il loro interno si sia differenziato conducendo alla formazione di un nucleo più denso, di un mantello e di una crosta. (Vedi Differenziazione interna). Nel processo, i pianeti terrestri, più piccoli, hanno perduto la maggior parte della loro atmosfera. I gas perduti sono stati in parte reintegrati da quelli eruttati dal mantello e dagli impatti di corpi cometari. (I pianeti più piccoli in seguito hanno continuano a predere la propria atmosfera attraverso vari meccanismi di fuga atmosferica.)
È importante notare che esistono sistemi planetari estremamenti diversi dal nostro Sistema solare. Sono stati scoperti, ad esempio, sistemi planetari intorno a stelle pulsar. Non ci sono ancora teorie certe sulla formazioni di questi particolari sistemi, ma si pensa che i pianeti possano essersi formati dal disco di accrescimento che le circonda. Inoltre, è stato scoperto che la metallicità - l'abbondanza di elementi più pesanti dell'elio - è un parametro importante nel determinare se una stella possegga o meno pianeti: si ritiene che sia meno probabile che una stella povera di metalli, appartenente alla popolazione stellare II, possa essere circondata da un sistema planetario articolato, mentre le probabilità aumentano per le stelle ricche di metalli, appartenenti alla popolazione stellare I.
Gli otto pianeti che, in base alla definizione ufficiale del 24 agosto 2006, compongono il sistema solare, in ordine di distanza crescente dal Sole, sono:
1.Mercurio (☿), senza satelliti naturali conosciuti.
2.Venere (♀), senza satelliti naturali conosciuti.
3.Terra (⊕), con un satellite naturale: Luna.
4.Marte (♂), con due satelliti naturali: Phobos e Deimos.
5.Giove (♃), con sessantatré satelliti naturali confermati.
6.Saturno (♄), con sessanta satelliti naturali confermati.
7.Urano (♅), con ventisette satelliti naturali confermati.
8.Nettuno (♆), con tredici satelliti naturali confermati.
Dal 1930 al 2006 era considerato pianeta anche Plutone (♇), che possiede tre satelliti naturali, Caronte, Notte e Idra. Nel 2006 Plutone è stato riclassificato come pianeta nano.
Tutti i pianeti del sistema solare (eccetto la Terra) possiedono nomi derivati dalla mitologia romana; al contrario, i nomi dei principali satelliti naturali sono derivati da quelli di divinità o personaggi della mitologia greca (ad eccezione di quelli di Urano, che portano nomi di personaggi delle opere di Shakespeare).
Gli asteroidi, al contrario, possono essere battezzati, a discrezione del loro scopritore, con un nome qualunque (con l'approvazione dell'Unione Astronomica Internazionale).
Non sono ancora chiare le convenzioni di nomenclatura che verranno adottate per la categoria dei pianeti nani. I pianeti del Sistema solare, secondo la loro composizione, possono essere divisi in pianeti terrestri e pianeti gioviani.
Pianeti terrestriLa struttura interna dei pianeti rocciosi.I pianeti di tipo terrestre sono formati principalmente da roccia. Il termine deriva direttamente dal nome del nostro pianeta, per indicare quei pianeti simili alla Terra. Essi sono caratterizzati da una temperatura superficiale relativamente alta, dovuta alla vicinanza del Sole, assenza o basso numero di satelliti naturali e, come già menzionato, da una composizione quasi totalmente rocciosa, con un'atmosfera molto sottile se confrontata a quella dei giganti gassosi. Raggiungono dimensioni relativamente piccole (meno di 15.000 chilometri di diametro).
Nel nostro Sistema solare essi sono 4:
Mercurio
Venere
Terra
Marte
Pianeti gioviani
Per approfondire, vedi la voce Gigante gassoso.
La struttura interna dei pianeti gioviani.I pianeti di tipo gioviano sono formati principalmente da gas e sono comunemente chiamati anche giganti gassosi. Prototipo di tali pianeti è Giove. Essi sono caratterizzati da un elevato valore della massa, che consente loro di trattenere un'estesa atmosfera ricca di idrogeno ed elio, e da dimensioni notevoli. Sono accompagnati da un elevato numero di satelliti naturali e da elaborati sistemi di anelli.
Nel nostro Sistema solare essi sono 4:
Giove
Saturno
Urano
Nettuno
Pianeti nani
Per approfondire, vedi la voce Pianeta nano.
I pianeti nani sono oggetti celesti orbitanti attorno ad una stella e caratterizzati da una massa sufficiente a conferire loro una forma sferoidale (avendo raggiunto la condizione di equilibrio idrostatico), ma che non sono stati in grado di "ripulire" la propria fascia orbitale da altri oggetti di dimensioni confrontabili.[1] Nonostante il nome, un pianeta nano non è necessariamente più piccolo di un pianeta. Si osservi inoltre che la classe dei pianeti è distinta da quella dei pianeti nani, e non comprende quest'ultima.
I pianeti nani riconosciuti dall'Unione Astronomica Internazionale sono
Cerere
Plutone
Eris
Haumea
Makemake
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