Ricostruzione di NanoSail-D mentre sorvola l'Italia meridionale (Nasa) |
Ha dispiegato i nove metri quadri di tessuto leggerissimo
Il satellite a vela solare risponde.
NanoSail-D ora naviga nello spazio
Lanciato lo scorso novembre 2010, non rispondeva ai comandi. Improvvisamente ha ripreso a funzionare.
- Entra nella storia NanoSail-D, la prima vela solare che è riuscita a compiere il giro del mondo grazie a ciò che i fisici definiscono «pressione di radiazione». Gli altri la chiamano semplicemente «luce del sole» ed è il primo passo verso viaggi interplanetari senza propellenti. L’apparecchio, messo in orbita dalla Nasa lo scorso novembre assieme ad altri cinque progetti sperimentali, era stato dato per spacciato. Per un mese e mezzo aveva risposto ai tentativi di contatto con un silenzio desolante – poi il 17 gennaio, per ragioni ancora non chiare agli scienziati, NanoSail-D si è risvegliata. Tre giorni dopo si è aperta come un fiore, ha dispiegato i propri 9 metri quadri di leggerissimo tessuto, ha abbandonato la navicella madre e ha cominciato a navigare.
DISASTRI E TRIONFI - L’entusiasmo con cui Dean Alhorn, capo progetto di NanoSail-D, ha esclamato «We’re solar sailing!» è giustificato anche da ragioni storiche. Nel 2005 la via della navigazione a energia solare era stata tentata da Cosmos-1, satellite a vela realizzato da progettisti russi nell’ambito di un programma finanziato principalmente dagli Stati Uniti. In quel caso il piccolo vascello spaziale, dotato di 600 metri quadri di vele a forma di girandola, era stato lanciato con il razzo vettore Volna da un sommergibile situato nel mare di Barents. Un’avventura durata poco (il centro di controllo russo aveva perso i contatti con Volna quasi subito e la navetta era precipitata a terra) che seguiva un altro esperimento fallimentare datato 2001 nel quale il vascello non era riuscito neppure a separarsi dal razzo vettore. A giugno 2010 sono entrati in campo i giapponesi dell’agenzia spaziale Jaxa con il lancio di una navicella dal nome poco augurale di Ikaros (acronimo di Interplanetary Kite-craft Accelerated by Radiation of the Sun). Nei prossimi sei mesi Ikaros sarà guidato dagli scienziati che regoleranno gli angoli delle vele per consentire di incamerare il massimo della luce solare e raggiungere la meta: il pianeta Venere.
IN DIRETTA - La strada che porta alla propulsione a energia solare è certo ancora lunga, ma quello compiuto da NanoSail-D è un piccolo passo nella direzione giusta. Per monitorare il funzionamento della piccola vela solare (al momento a 650 km di altezza, attorno alla Terra) gli scienziati hanno fatto ricorso anche all’aiuto dei radioamatori, chiedendo loro di mettersi in ascolto per captare il segnale-radio tanto a lungo atteso. Nei prossimi 70-120 giorni, NanoSail-D continuerà a veleggiare. Poi tornerà sulla Terra come una meteora, entrando nell’atmosfera e disintegrandosi. Fino ad allora, verrà attentamente monitorata dagli scienziati. Gli appassionati possono seguire in tempo reale i progressi della missione e partecipare al concorso fotografico che premia le immagini più belle.
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