lunedì 17 gennaio 2011

Marte

Marte è il quarto pianeta in ordine di distanza dal Sole e il settimo per grandezza:

orbita: 227.940.000 km (1,52 UA) dal Sole
diametro: 6.794 km
massa: 6,4219e23 kg

Marte (greco: Ares) è il dio della guerra. Probabilmente il pianeta ha ricevuto questo nome per via del suo colore rosso; talvolta Marte è indicato con l'espressione Pianeta Rosso. (Una nota interessante: il dio romano Marte era una divinità dell'agricoltura, prima di essere associato con il greco Ares; coloro che sono favorevoli alla colonizzazione di Marte possono preferire questo simbolismo.) Il nome del mese di marzo deriva da Marte.
Marte è conosciuto fin dai tempi preistorici. Esso è tuttora preferito dagli scrittori di fantascienza come luogo più adatto nel sistema solare per la vita umana (oltre alla Terra, s'intende!). Ma i famosi "canali" visti da Lowell e altri furono, sfortunatamente, frutto dell'immginazione come la principessa di Barsoom.
La prima sonda che ha visitato Marte fu il Mariner 4 nel 1965. Seguirono molte altre sonde, tra le quali i due landers Viking nel 1976 (a sinistra). E ponendo termine ad una ventennale interruzione, il Mars Pathfinder è giunto felicemente su Marte il 4 luglio 1997 (a destra).
L'orbita di Marte è notevolmente ellittica. Una conseguenza di ciò è una variazione di temperatura di circa 30 gradi tra l'afelio e il perielio. Tutto questo ha una grossa influenza sul clima marziano. Mentre la temperatura media su Marte è di circa 218 K (pari a -55 C), le temperature alla superficie variano ampiamente dai 140 K (-133 C) al polo nella stagione invernale ai quasi 300 K (+27 C) durante le giornate estive.
Sebbene Marte sia molto più piccolo della Terra, l'area della sua superficie è più o meno la stessa dell'estensione della terraferma sulla nostro pianeta.
Se si esclude la Terra, Marte ha il territorio più vario e interessante di tutti i pianeti terrestri, e in parte è davvero spettacolare:
- Monte Olympus: la più grande montagna del sistema solare, che di eleva per 24 km al di sopra della pianura circostante. La sua base ha un diametro di oltre 500 km ed è orlata da un dirupo alto 6 km (a destra).
- Tharsis: un vasto altipiano sulla superficie di Marte, che si stende per circa 4.000 km ad un'altitudine di 10 km.
- Valles Marineris: un sistema di canaloni lungo 4.000 km, la cui profondità varia da 2 a 7 km (all'inizio della pagina);
- Hellas Planitia: un cratere da impatto nell'emisfero meridionale, profondo 6 km e con un diametro di 2.000 km.
La maggior parte della superficie marziana è assai antica e craterizzata, ma ci sono anche valli tettoniche, creste montuose, colline e pianure molto più giovani.
L'emisfero meridionale di Marte è costituito soprattutto da antichi altipiani craterizzati (a sinistra), in un certo modo simili a quelli della Luna. Al contrario, la maggior parte dell'emisfero settentrionale è formato da pianure che sono più giovani, meno elevate e hanno una storia più complessa. Sul confine fra le due zone sembra esserci un brusco cambiamento di altitudine. Le ragioni di questa dicotomia globale sono sconosciute (alcuni ipotizzano che sia dovuta ad un gigantesco impatto verificatosi subito dopo la formazione del pianeta). Di recente alcuni scienziati hanno cominciato a chiedersi innanzi tutto se la brusca elevazione esista davvero: il Mars Global Surveyor dovrebbe risolvere la questione.
La parte interna di Marte è conosciuta solo attraverso la combinazione dei dati riguardanti la superficie con le statistiche sulla massa del pianeta. L'ipotesi più verosimile vede un denso nucleo di 1.700 km di raggio, un mantello di roccia fusa un po' più denso di quello terrestre, e una crosta sottile. La densità di Marte è relativamente bassa, se comparata a quella degli altri pianeti terrestri: ciò indica che il suo nucleo contiene probabilmente una buona frazione di zolfo oltre al ferro (ferro e solfuro di ferro).
Come Mercurio e la Luna, Marte sembra non avere un'attiva tettonica a zolle; non c'è alcun indizio di movimenti orizzontali sulla superficie, come ad esempio le montagne ripiegate così comuni sulla Terra. In assenza di movimenti laterali delle placche, i punti caldi sotto la crosta rimangono fermi rispetto alla superficie. Questo fenomeno, unito alla bassa gravità superficiale, può dare una spiegazione dell'altipiano Tharsis e dei suoi enormi vulcani. Tuttavia non c'è alcuna prova di una attività vulcanica in atto. E sebbene in passato Marte abbia potuto essere più attivo dal punto di vista vulcanico, sembra che non abbia mai avuto una tettonica a zolle.
Ci sono indizi molto evidenti di erosione in molti luoghi di Marte, tra i quali vi sono ampi sistemi di fiumi grandi e piccoli (a destra). Evidentemente un tempo c'era acqua sulla superficie: forse c'erano laghi molto estesi o perfino oceani. Ma sembra che questo si sia verificato solo brevemente e molto tempo fa; l'età dei canali di erosione è stimata attorno ai 4 miliarsi di anni. (Le Valles Marineris NON sono state create da acqua corrente. Si sono formate a causa dello stiramento e della rottura della crosta in relazione alla nascita dell'altipiano Tharsis.)
Anticamente Marte era molto più simile alla Terra. Come per la Terra, quasi tutta la sua anidride carbonica è stata usata nella formazione di rocce carbonate. Ma poiché, a differenza della Terra, è privo della tettonica a zolle, Marte è incapace di reimmettere parte di tale anidride carbonica nell'atmosfera e così non può generare un significativo effetto serra. La superficie marziana è perciò molto più fredda di quella che avrebbe avuto la Terra a quella distanza dal Sole.
Marte ha un atmosfera molto sottile, composta per lo più dalla modesta quantità residua di anidride carbonica (95,3%), cui si aggiungono azoto (2,7%), argo (1,6%) e tracce di ossigeno (0,15%) e acqua (0,03%). La pressione media sulla superficie marziana è di soli 7 millibar (meno dell'1% di quella terrestre), ma varia notevolmente con l'altitudine, da 9 millibar nei bacini più profondi ad 1 millibar in cima al Monte Olympus. Tuttavia è densa abbastanza per avere venti molti forti e vaste tempeste di sabbia che talvolta coprono l'intero pianeta per mesi. La lieve atmosfera di Marte produce un effetto serra, ma è sufficiente soltanto ad aumentare la temperatura di superficie di 5 gradi; molto meno di quanto vediamo su Venere e sulla Terra.
Marte ha delle calotte permanenti di ghiaccio ad entrambi i poli, composte per lo più di anidride carbonica solida ("ghiaccio secco"). Queste calotte mostrano una struttura stratificata, con strati di ghiaccio alternati a concentrazioni di polvere scura. Durante l'estate nell'emisfero nord, l'anidride carbonica sublima completamente, lasciando uno strato residuo di ghiaccio d'acqua. Non si sa se ci sia uno strato analogo sotto la calotta del polo sud (a sinistra), poiché la sua anidride carbonica non scompare mai del tutto. Il meccanismo responsabile della stratificazione è sconosciuto, ma potrebbe essere dovuto ai mutamenti climatici correlati ai cambiamenti nell'inclinazione dell'equatore rispetto al piano dell'orbita. Inoltre, potrebbe esserci del ghiaccio d'acqua nascosto sotto la superficie a latitudini inferiori. I cambiamenti stagionali conseguenti al mutamento delle calotte polari fanno variare la pressione atmosferica di circa il 25% (come misurato nei luoghi di atterraggio dei Viking).
Recenti osservazioni effettuate con l'Hubble Space Telescope (a destra) hanno rivelato che le condizioni durante le missioni Viking potrebbero non essere state quelle normali. L'atmosfera di Marte ora sembra più fredda e secca di quanto è stato misurato dai Viking. (maggiori dettagli dallo STScI)
I Viking hanno svolto esperimenti al fine di determinare se la vita esiste su Marte. I risultati sono stati in un certo senso ambigui, ma la maggior parte degli scienziati ora ritiene che essi non forniscono alcuna prova della presenza della vita su Marte (tuttavia c'è ancora qualche controversia). Gli ottimisti fanno notare che sono stati misurati solo due modesti campioni, e per di più tratti da luoghi poco favorevoli. Ulteriori esperimenti verranno effettuati dalle future missioni su Marte.
Si ritiene che un piccolo numero di meteoriti (le meteoriti SNC) si sia originato su Marte.
Il 6 agosto 1996, David McKay e altri hanno annunciato la prima identificazione di composti organici in una meteorite marziana. Essi suggerivano inoltre che tali composti, in combinazione con un certo numero di altre formazioni mineralogiche osservate nella roccia, potrebbero essere la prova di antichi microrganismi marziani Per quanto sia eccitante tutto ciò, è importante notare che tale prova, pur essendo forte, non dimostra in alcun modo l'esistenza di vita extraterrestre. Ci sono stati molti altri studi contraddittori, pubblicati dopo la ricerca di McKay. Occorre ricordare che "affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie". Molto lavoro rimane da fare prima di poterci fidare di questa affermazione straordinaria.
Un ampio, ma non globale, e debole campo magnetico esiste in varie regioni di Marte. Questa scoperta inattesa venne fatta dal Mars Global Surveyor solo alcuni giorni dopo essere entrato in orbita intorno a Marte. Si tratta probabilmente dei resti di un antico campo globale ora scomparso. Ciò può avere importanti implicazioni per la struttura interna del pianeta e per la storia passata della sua atmosfera e quindi per la possibilità di un'antica vita.
Quando si trova nel cielo notturno, Marte è facilmente visibile ad occhio nudo. La sua luminosità apparente varia notevolmente in base alla sua posizione relativa rispetto alla Terra. La planet finder chart di Mike Harvey mostra l'attuale posizione di Marte (e degli altri pianeti) nel cielo. Carte più dettagliate e personalizzate possono essere create con un programma planetario come lo Starry Night.

I satelliti di Marte

Marte ha due piccoli satelliti che orbitano molto vicino alla superficie.
Distanza  Raggio    Massa
Satellite  (000 km)   (km)     (kg)   Scopritore  Data
---------  --------  ------  -------  ----------  ----
Phobos            9      11  1,08e16  Hall        1877
Deimos           23       6  1,80e15  Hall        1877

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