Tra i corpi celesti non si trova il vuoto, come si credeva un tempo. Sono presenti polveri, dette cosmiche, e gas che spesso con la loro presenza rendono complicata la valutazione di alcuni parametri delle stelle, come luminosità e distanza dalla Terra. Polveri cosmiche e gas sono abbondanti nei bracci della galassia. I granelli di polvere hanno ovviamente diametro piccolissimo, da 0,005 a 1 millesimo di millimetro; alcuni granuli del tipo dei «silicati» hanno un diametro variabile da 0,025 a 0,25 millesimi di millimetro. Questi ultimi potrebbero essere composti di olivina, carburo di silicio, ferro e magnetite. Il gas è rappresentato soprattutto dall'idrogeno presente in tre forme: idrogeno atomico neutro, idrogeno ionizzato e idrogeno molecolare. La maggior parte di gas e polveri è concentrata in nubi aventi un diametro di l0 anni/luce e una temperatura compresa tra 5 e 60 °K3. Sono temperature basse, per cui gli atomi interstellari si muovono lentamente e la nube ha una vita da 1 a 100 milioni di anni. Le nubi interstellari presentano al loro interno moti turbolenti, mentre si muovono nello spazio con velocità casuali che sono dell'ordine di vari km/sec. La materia stellare comunque dal punto di vista strutturale e chimico non è statica, in quanto le nubi mutano forma, si disperdono o si contraggono a formare stelle. Le esplosioni stellari, come le supernove, proiettano nello spazio interstellare nuclei atomici ed elettroni molto energetici che si propagano a velocità vicina a quella della luce: si tratta dei cosiddetti raggi cosmici. La polvere interstellare, che rappresenta la componente più accessibile ai mezzi ottici di osservazione, costituisce 1'1-2% della materia totale delle nubi interstellari e la componente principale di questa polvere è, secondo Hoyle, il carbonio sotto forma di grafite. Possiede, sempre secondo questo autore, anche cellulosa e alcuni polisaccaridi, tanto che Hoyle pone le basi chimiche della vita proprio nel trasporto di questa polvere interstellare. Accanto agli elementi sopra esposti, nello spazio interstellare si trova un «fondo di radiazione» interpretato come residuo «fossile» dell'energia emessa dalla materia altamente condensata durante la nascita dell'universo. Alcuni astronomi ritengono invece che questa radiazione di polvere interstellare assorba radiazioni ad alta frequenza per poi rimetterle ad una più bassa.
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