mercoledì 19 gennaio 2011

I pericoli che vengono dall'universo

L'ipotesi che sulla Terra possano cadere dei corpi celesti è poco probabile, ma possibile. Hoyle ritiene addirittura, come abbiamo visto in precedenza, che il fenomeno della caduta di una cometa sia più probabile di quello della fuoriuscita di elementi radioattivi da una moderna centrale nucleare. È sufficiente osservare con un cannocchiale la superficie della Luna per vederla cosparsa di crateri che testimoniano l'assenza di forze endogene. Tra questi crateri, a parte quelli vulcanici, molti sono causati dall'impatto sulla superficie lunare di corpi celesti. Sulla Terra questa caduta ha lasciato poche tracce, in quanto la successiva erosione ha eliminato i fenomeni più vistosi. Vi sono tuttavia elementi per ritenere che in passato il pianeta sia stato coinvolto da cadute di questo tipo. Che ripercussioni avrebbero sulla Terra, a parte il cratere? La polvere e le rocce vaporizzate dall'impatto sarebbero scagliate più o meno in alto nell'atmosfera. I raggi del Sole sarebbero intercettati e in sostanza sulla Terra si avrebbe quello che viene chiamato «inverno nucleare", nel caso di una guerra atomica totale. Il gdo è il buio avvolgerebbero il pianeta. Se un asteroide esce dalla sua orbita e va ad intersecare quella della Terra o di altri pianeti si può verificare l'impatto. Accanto agli asteroidi vi sono le comete che, a differenza dei primi, possono venire da molto lontano, dai confini del Sistema Solare. Nel 1932 venne avvistato un asteroide che sfiorò la Terra; fu battezzato Apollo e il suo diametro era di un chilometro e mezzo. Altri ne seguirono finché due astronomi americani (Helin e Shoemaker) iniziarono uno studio speciale su questi corpi celesti. Ora essi sono chiamati ECA (Earth Crossing Asteroids) oppure ECC (Earth Crossing Cometes) i primi in relazione agli asteroidi, isecondi alle comete. L'interesse di molti altri astronomi portò gli ECA a più di 128 e i più grandi presero il nome di Ivan 1627 e Betula 158. Nel 1991 ne sono stati scoperti alcuni che hanno transitato tra la Terra e la Luna, il cui eventuale impatto sarebbe stato disastroso. Delle comete che attraversano l'orbita terrestre, se ne conoscono circa 800; si pensa che quasi la metà siano ECC che incroceranno prima o poi l'orbita della Terra. Mentre per gli asteroidi queste orbite si possono prevedere, per le comete ciò è impossibile, perché appaiono più irregolari. Il «rischio cometa» pertanto viene ritenuto dagli studiosi più insidioso proprio perché poco prevedibile. Nel marzo 1989 un asteroide di circa mezzo chilometro di diametro, battezzato C1989FC, si è avvicinato alla Terra destando molto allarme tra gli astronomi tanto che nel 1990, cioè un anno dopo, venne istituita negli Stati Uniti una commissione che ha incaricato la NASA, l'Ente spaziale americano, di mettere a punto una strategia per segnalare tempestivamente la posizione di asteroidi e comete che in qualche modo minacciano la Terra e di proporre adeguate misure di difesa. La commissione disse che riteneva imperativo aumentare in modo consistente la capacità di individuare gli asteroidi che minacciano la Terra, e che i mezzi per distruggere o cambiare le orbite di questi asteroidi devono essere definiti e approvati in ambito internazionale. Gli asteroidi e le comete furono divisi in base alloro diametro; al di sopra dei l0 m e fino a 100 sia gli asteroidi sia le comete se cadessero sulla Terra provocherebbero danni simili all'esplosione di decine di megatoni, cioè di milioni di t di tritolo. Gli effetti maggiori si avrebbero per corpi celesti con diametro compreso tra 30 e 100 m. Mentre i corpi più piccoli, al di sotto dei l0 m, arrivano sulla Terra ogni 15-20 anni, i più grandi giungono ogni mille. In questo ultimo caso, cioè di corpi celesti con diametro superiore a l0 m, gli effetti dovuti alla loro caduta variano in funzione delb velocità c dell'angolo d'impatto con la superficie della Terra, I corpi celesti più catastrofici si calcola che cadanù ogni 10-30 milioni di anni, mentre altri meno grandi, ma molto dannosi, ogni 5000 anni. Tra questi ultimi sembra sia il corpo celeste caduto a Tunguska, nella Siberia orientale, il30 giugno 1908. Secondo i testimoni di allora l'evento si verificò di mattina: dapprima apparve una grande sfera di fuoco, visibile pcr un raggio di 1500 km, quindi si udì un grande boato che giunse fino a 1000 km di distanza; seguì un tremendo spostamento d'aria. L'impatto venne registrato da molti sismografi. A partire dal 1927 nella zona furono fatte molte spedizioni. Esse hanno scoperto le tracce di una vasta distruzione per un raggio di 35-40 km con alberi bruciali e abbattuti; per un raggio di 50-60 km la vegetazione appariva ancora danneggiata. Nonostante queste spedizioni, il cratere non fu trovato; le uniche tracce della caduta sono state identificate in alcuni campioni di legno che al microscopio elettronico hanno rivelato granuli di origine certamente cosmica. Secondo alcune ipotesi, il corpo celeste caduto nella foresta siberiana non era quello di un asteroide, ma di una cometa, cioè una specie di grande blocco ghiacciato del diametro di 60 m che al contatto con l'atmosfera dapprima si è surriscaldato, poi è esploso nell'etere a circa 7-10 km dalla superficie del suolo. Un confronto con la bomba di Hiroshima porta a ritenere che l'esplosione di Tunguska sia stata mille volte superiore e che al suolo sia giunta soltanto una polvere finissima che non avrebbe potuto produrre il cratere. 1110 agosto 1972 un macigno di lO m di diametro e di circa 3000 t di peso sfiorò la Terra; entrato nella nostra atmosfera si trasformò in una sfera infuocata. Il fenomeno venne osservato negli Stati Uniti al Gran Teton National Park e il corpo celeste, dopo aver percorso circa 1500 km entro l'atmosfera, uscì nello spazio e proseguì, invisibile, la sua corsa. Le ricerche della NASA su questi oggetti celesti hanno portato all'istituzione dello Spaceguard Survey che ha in programma la costruzione di sei potenti telescopi per rilevare il passaggio di asteroidi o comete. Tre di questi telescopi saranno posti nell'emisfero boreale e tre in quello australe. Con questo servizio si pensa di riconoscere e calcolare la velocità di circa 500 ECA al mese. La NASA prevede in 25 anni di arrivare a segnalare e definire il 95% degli asteroidi ECA. Ciò consentirà di conoscere con ampio anticipo se e quando il corpo incontrerà la Terra. Il programma dello Spaceguard Survey, se completato, ridurrà del 75% i rischi di scontri con asteroidi o comete. Una volta identificato il corpo celeste, si tratterà di spingerlo fuori della rotta di collisione. Nel caso ciò fosse irrealizzabile, è stata presa in considerazione anche la possibilità di distruggerlo con esplosioni nucleari. Per gli asteroidi il discorso diventa più facile, poiché essi prima di scontrarsi con la Terra eseguonopassaggi sempre più ravvicinati

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